Il tonalismo veneto
Tornano qui pregnanti le parole con le quali, nel 1969, il prof. G. Perocco (all’epoca,
direttore del Museo d’Arte moderna in Venezia-Cà Pesaro) ha sintetizzato l’opera
del pittore Silvio Oliboni “Il quadro si compone di pochi elementi: una casa,
un filare di ulivi, un declivio dei colli gardesani esposti al sole.
Ogni parte del quadro è legata da una predilezione tonale tipicamente
veneta, ogni colore, cioè, si lega con un altro con una vibrazione armonica, di
fondo musicale, per cui il paesaggio acquista un significato unitario, di composizione
prima intuita con la mente che vista con gli occhi”.
Nel solco della grande lezione del tonalismo veneto, la vita
artistica di Verona è apparsa qualificata nel novecento dall’opera intensa ed
impegnata di una pluralità di artisti, che, con diversi accenti, ne hanno testimoniato
la vitalità.
Nell’ambito di queste assonanze del sentire pittorico, si ritiene
opportuno segnalare, qui, alcuni altri nominativi che a questo sentire hanno dato
vita e personale espressione, caratterizzandone una felicissima ineguagliabile
epoca.
Altri artisti veronesi contemporanei di Silvio Oliboni: